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giovedì 2 agosto 2012

Fortunatamente o sfortunatamente


"Con il tempo si impara la sottile differenza 
fra sostenere una mano e incatenare un’anima, 
e si impara che l’amore non significa andare a letto, 
e una compagnia non significa sicurezza e uno comincia a imparare… 
Che i baci non sono contratti e i regali non sono promesse 
e uno comincia ad accettare le sue sconfitte a testa alta 
e con gli occhi aperti e uno impara a costruire tutti i suoi cammini nell’oggi, perché il terreno di domani è troppo insicuro per far piani.. 
e i futuri hanno la forma di cadere a metà. 
E dopo col tempo, uno impara che se è troppo anche il calore del sole brucia. Così uno pianta il suo giardino e decora la sua anima, 
al posto di aspettarsi che qualcuno porti fiori. 
E uno impara che realmente può reggere che uno è veramente forte, 
che uno realmente vale e uno può imparare. 
E impara…e ogni giorno impara. 
Con il tempo impara che stare con qualcuno perché ti offre un buon futuro
significa presto o tardi voler ritornare al passato. 
Con il tempo capisci che solo chi è capace di amarti con i tuoi difetti, 
senza pretendere cambiarti, può offrirti la felicità che desideri. 
Con il tempo ti accorgi che, 
se stai a fianco di questa persona solo per accompagnare la tua solitudine,
irrimediabilmente finirai per non volere più vederla. 
Con il tempo impari che le parole dette in un momento d’ira 
possono continuare a dolere a chi feristi tutta la vita. 
Con il tempo impari che discolpare lo fa, 
però perdonare, è solo delle anime grandi. 
Con il tempo ti rendi conto che 
tutta l’esperienza vissuta con ogni persona è irripetibile. 
Con il tempo ti rendi conto che in realtà il meglio non era il futuro, 
ma il momento che stavi vivendo proprio in questo istante. 
Con il tempo imparerai che cercar di perdonare o chiedere perdono, 
dire di amare, 
di desiderare, 
di aver bisogno, 
dire di voler essere amico, 
di fronte ad una tomba, 
non ha più senso. 
Però, sfortunatamente, 
solo con il tempo… 
fortunatamente o sfortunatamente solo con il tempo… ” 

— J.L.Borges

NADIA

mercoledì 18 luglio 2012

Downfall




Questo primo-giovedi-del-mese (5 luglio) veniva a coincidere con più di un' occasione a Londra. L'evento classico che si ripete mensilmente è l'apertura serale delle gallerie e l'inaugurazione di mostre nell'East London, questa volta rinfarcito dall'esposizione dei progetti finali degli studenti d'Arte per la chiusura delle accademie e dall'inaugurazione dello Shard di Renzo Piano a London Bridge.

Tantissime persone, vino e birra gratis, chiacchiericcio e cultura.

Lasciando perdere la spoglia inaugurazione dell'iperbolico edificio dell'architetto italiano, mi sono intrufolata ad Est nei vari padiglioni delle accademie, alla ricerca di qualche novità tra i giovani artisti inglesi.

Premettendo che la massiva concentrazione di cose non mi aiuta a concentrarmi, so che qualcosa prima o poi catturerà la mia sete estetica. E così incontro una scala in legno che simula uno scioglimento e smetto di cacciare. Il mio coinquilino ed io restiamo imbambolati per un po' fino a quando non mi decido di prendere il biglietto da visita. 




Hollie MacKenzie è davvero giovane.

Classe '89, studentessa presso “Arts University College at Bournemouth” BA (Hons) in Belle Arti, tecnica fuori dal comune permeata di letture impegnate ad approfondire il suo interesse per i concetti di utopia e distopia.

La sua formazione guarda soprattutto al Costruttivismo e Modernismo Russo, movimenti introdotti dopo la rivoluzione d'Ottobre.





L'utopia per la costruzione di una nuova società ideale, superante i limiti di quella esistente, pare un meccanismo cognitivo imprescindibile dell'umanità occidentale, che dalle origini greche ad oggi ha cercato di formulare e ri-formulare mondi migliori possibili, sempre irrealizzibili.
Platone, Thomas Moore, Francis Bacon, Georges Orwell, Aldous Huxley, Karl Marx, Fredrick Engels, J. G. Ballard, sono solo alcuni dei nomi che nutrono la struttura concettuale delle opere di Hollie MacKenzie.

'Downfall' (2012) è una scala in legno di pino capace di ridare il senso di sgocciolamento, vincitrice del premio Dorset Visual Arts Prize Award 2012.
L'oggetto di per sé nasce con lo scopo di collegare due piani ed è interpretabile come la materializzazione di sogni di crescita, di miglioramento per raggiungere un livello più alto. Entrambe le letture sono qui negate, in una scala difficile da realizzare “spingendosi al di la dei limiti del materiale per ottenere qualcosa di naturalmente impossibile”. La scala, assieme alle utopie, si scioglie e conduce ad una parete bianca simbolo di un non-luogo (di rimando all'origine greca οὐ("non") eτόπος ("luogo"-"non-luogo").

Commentando le sue opere (di cui ricordiamo anche “Collapse”(2011), “Meltdown”(2011), “Pupas” (2011), la giovane artista spiega:



“Creo specifiche installazioni che distorgono l'ambiente in cui sono esposte”
come ad esempio parcheggi o parchi, 
“indirizzando il pubblico verso un'esperienza ultraterrena ed ad interpretare come deviante la realtà attuale in cui viviamo”.

“Collapse”(2011)





“Collapse”(2011)




“Meltdown”(2011)





“Meltdown”(2011)
“Pupas” (2011)
Abbracciando il ruolo di artista militante Hollie MacKenzie concepisce l'arte come:

“Il potere di sfidare le idee e radicalizzare i concetti(...)” 
mirando a 
“sviluppare ideali utopici e processi di cambiamento attraverso le espressioni artistiche”.


Critica nei confronti della società capitalistica come “migliore dei mondi possibili”, Hollie MacKenzie punta ad un' Arte utopica che costruisce e de-costruisce mondi sociali sognati.



NADIA







sabato 7 luglio 2012

The Unseen




Yves Klein in the Void Room (Raum der Leere), Museum Haus Lange, Krefeld, January 1961


L'invisibile è 
essenziale agli occhi
Piccolo Principe

L'invisibile è facilmente ricoleggabile al concetto di vuoto, letto alla maniera orientale della condizione di possibilità di tutti gli eventi, di tutte le cose. Il vuoto in questo senso è il massimamente pieno. Pieno di artistica sensibilità per un Yves Klein che più volte ritorna sul concetto Zen negli ultimi anni '50 e '60.


Maestro del vuoto, Yves Klein è perno per lo sviluppo della mostra Invisible: Art About the Unseen 1957-2012 presso la sperimentale Hayward Gallery di Londra. 
Praticamente vuote, le stanze della galleria sono però capaci di trasmettere emozioni contrastanti, dalla risata alla riflessione più profonda in merito ad eventi storici ed al significato di arte, dalla stasi al coinvolgimento interattivo della stanza finale. Il vuoto avvolge stanza dopo stanza lo spettatore, che fatica pure nel trovare le didascalie, le quali nel loro tono grigio chiaro, si disperdono inghiottite dal bianco caustico delle pareti.






Le scritte diafane ci ricordano che il padre dell'arte concettuale, Yves Klein, organizzò nella galleria di Colette Allendy un piano di Superfici e blocchi di sensibilità pittorica (1956), lasciando una stanza bianca completamente vuota, ma ricca di sensibilità dell'artista. 

Invitation card for the exhibition La Spécialisation de la sensibilité à l'état matière première en sensibilité picturale stabilisée,
Galerie Iris Clert, Paris, 1958.
Yves : Propositions monochromes, Galerie Colette Allendy, Paris, 1956
Yves : Propositions monochromes, Galerie Colette Allendy, Paris, 1956.
Yves Klein, Anthropométrie de l´époque bleue (ANT 82), 1960
Yves Klein, Sculpture éponge bleue sans titre, 1960 ca.
Blue Sponge Relief, 1958

Untitled blue sponge sculptures and blue monochrome, (1957-61)

Più oltre si spingono altri due esperimenti negli anni successivi: nel 1958 con Le Vide (Il vuoto) l'intera galleria di Iris Clert viene sgomberata, lasciando solo una vetrinetta contenente il nulla; più radicale è la vendita di Zone di Sensibilità Pittorica Immateriale (1962- a Guido Buzzati suo sostenitore da anni), in cambio di lingotti d'oro che saranno poi gettati nella Senna per ristabilire un equilibrio naturale.
Yves Klein Le Vide 1958
Yves Klein Le Vide 1958

Ilare è il report della denuncia di furto di un opera invisibile da parte di Cattelan, timbrata e firmata dalle forze dell'ordine, o la foto scattata in pausa pranzo Nothing is more practical than idealism ad una troupe di venti persone coinvolte da Jay Chung per girare un film senza pellicola nella videocamera.

Chris Burden in White Light/White Heat nella galleria di Ronald Feldman di New York(1975), racconta di essere rimasto sdraiato per tre settimana, senza mai mangiare, parlare e muoversi da una piattaforma triangolare posta ad una altezza sufficiente per non essere visto da nessuno, ricordando un atteggiamento di aggressività verso uno spettatore frustrato, tipico delle avanguardie artistiche.


Chris Burden White Light White Heat 1975
Progetti architettonici che riflettono su la non-visibilità, la mancanza, ma pure sui fatti storici sono: il progetto non-realizzato di Claes Oldenburg per la tomba di John F. Kennedy o il monumento al negativo di Horst Hoheisel a Kassel. Il primo memoriale prevede lo scavo nel terreno di una profondità sufficiente per ospitare una statua, delle dimensioni della “Statua della libertà”, disposta a testa in giù e non visibile se non per un buco nel terreno delle dimensioni di una buca da golf. Il secondo è una fontana che non si vede, ma solo si ascolta, in quanto posta sottoterra a ricordare la distruzione da parte dei nazisti della fontana donata da un businessman ebreo (Sigmund Aschrott) nel 1908.




Proposed Underground Memorial and Tomb for President John F Kennedy


Plan of the old Aschrottbrunnen by the architect of the City Hall, Karl Roth 1908
The Aschrottbrunnen on the Courtyard of Honor at Kassel City Hall Kassel 1908.
Horst Hoheisel Aschrott Fountain at Kassel City Hall Kassel



Forse l'opera più commovente è la stanza di Teresa Margolles abitata da soli due umidificatori. Il vapore acqueo che emettono servì per disinfettare i corpi delle vittime anonime dell'attentato di città del Messico, reliquia aerea di vite cancellate dalla violenza umana.



Più leggera, ed interattiva è la stanza 10, quella finale. Jeppe Heine ha creato un Labirinto invisibile, chiedendo allo spettatore di indossare delle proto-cuffie che vibrano allo schiantarsi contro un muro che esiste pur non vedendosi. Arte, archittettura, tecnologie avanzate si fondono in un niente esperibile.



Jeppe Hein, Invisible Labyrinth, 2005. Photo Linda Nylind

Le contraddizioni vissute in “Invisible” nutrono la mostra di ricchezza semantica, fancendoci riflettere sul concetto di rappresentazione, per squarciare un “velo di Maya” che ci introduca alla “cosa in sé”, ricordandoci che l'arte va al di là del semplice vedere.



NADIA

venerdì 6 luglio 2012

LET'S KISS


GIULIA

VOTE FOR US

http://www.shicon.com/participate/cool-photos/show/cychic_summer_0
 I "was suddenly aware of the freedom that cycling and open road gives to you - the wind blowing in your face, the sound of tyres on the roads and a great sense of achievement when you return home after several hours in the saddle." 
Paul Smith



"SUMMER VIBES" 
Cool Hunting 
Contest by OVS

GIULIA&NADIA

giovedì 5 luglio 2012

98 and 3/4 percent guaranteed



Che succede se ad un bambino chiedi che cos'è l'infinito?
Quel bambino allargherà le braccia.
Si chiama immaginazione.
Si chiama espressione.

Immagina.
"Oh the place you'll go"

Questo è l'immaginario di Dr. Seuss e dei suoi libri per bambini.
Per adulti che si vogliono perdere e infine ritrovarsi.
Un libro da vivere più che da leggere.
Come essere sicuri della propria strada?
Come ci comporteremo davanti agli Hang-ups e agli Slumps
davanti a giochi solitari e a strade tortuose,
davanti agli Hakken Kraks e agli altri mostri immaginari?

And will you succeed?
Yes! You will, indeed!
(98 and 3/4 percent guaranteed.)

L'immaginazione di Dr. Seuss è diventata espressione.
Espressione per quella generazione che ha bisogno di vedere un'infinito. 
Il linguaggio è non convenzionale e ti fa alzare dal tuo comodo letto.
Ti fa venir voglia di scegliere.
Espressione di libertà. 
E questo è il Burning Man.
IL festival.
Black Rock City è the Waiting Place.
E' il non luogo.
Welcome home è il saluto.
Today is your day!
Your mountain is waiting.
So…get on your way!






























www.seussville.com
www.burningman.com


GIULIA